Skip to main content

GLOBALIZZAZIONE: Un bene o un male?

 

La globalizzazione è un fenomeno che suscita dibattiti e prese di posizione spesso contrastanti.  La percezione del mutamento rapido e radicale che il mondo sta attraversando è avvertita, in misura più o meno elevata, da tutte le persone, e per questo diventa fonte di interrogativi e valutazioni.  Ci si chiede, quali effetti porterà alla vita degli individui questo mutamento di proporzioni mondiali, e se gli svantaggi sopravanzeranno i benefici oppure no. 


Pro:
- un mondo spazialmente più compatto, in cui le distanze sono accorciate e la mobilità di cose, persone e idee si sviluppa con estrema facilità, è indubbiamente vista con simpatia
- lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione e le straordinarie opportunità che esse offrono in termini di accesso tutte le informazioni 
- "comunità" mondiale, in cui le domande più importanti possano essere finalmente affrontate e risolte con strumenti adeguati
- investimenti nei paesi in via di sviluppo possano ridurre il gap che attualmente li separa dagli Stati più industrializzati e produrre così una più equa redistribuzione della ricchezza a livello mondiale



Contro:

Gli investimenti delle imprese nei paesi in via di sviluppo non si sono distribuiti in modo uniforme, ma si sono concentrati in precise regioni del mondo 
- lavoro con salari bassissimi e senza alcuna tutela sindacale, fenomeno che porta spesso allo sfruttamento della manodopera minorile. 
- un aumento del divario tra ricchi e poveri: ancora oggi una percentuale ristretta della popolazione mondiale detiene la maggior parte della ricchezza del pianeta e questa élite  vive perlopiù in occidente



Alternativa

a causa di tali lati negativi c'e  una diffusione nell'opinione pubblica di atteggiamento di critica

        → formazione di iniziative operative, come no global



        insieme di diversi gruppi che si oppongono a politica improntata al profitto delle organizzazioni economiche mondiali e delle imprese transnazionali

         Particolare visibilità ha, a livello internazionale, il movimento no global.  Nato nel 1999 a Seattle, in occasione del vertice del WTO (World Trade Organization) sul commercio mondiale, esso comprende una vasta rete di gruppi e associazioni, spesso molto diversi tra loro per orientamento ideologico, modalità e obiettivi politici della loro azione, che si  oppongono alla politica delle organizzazioni economiche mondiali e delle imprese transnazionali e proposte una globalizzazione alternativa, a beneficio dei paesi in via di sviluppo e dei settori più deboli della popolazione mondiale. Alcuni sociologi ritengono più corretta la denominazione "new global", dal momento che gli stessi protagonisti del movimento sostengono che la loro protesta non è contro la globalizzazione, ma per una globalizzazione diversa, solidale, rispettosa dell'ambiente che si ponga dalla parte dei paesi in via di sviluppo e delle culture che rischiano di scomparire in seguito alla diffusione del modello di vita occidentale.  



Coscienza globalizzata

La globalizzazione ha effetti decisivi anche sul modo in cui le persone vivono e percepiscono la loro vita.  Ognuno di noi ha la sensazione che in poco tempo la realtà sia cambiata e che tali mutamenti, lungi dall'essersi esauriti, dovranno continuare ancora indefinitamente.  In altre parole, abbiamo la percezione che il mondo sia improvvisamente diventato "più piccolo", che la velocità con cui i mezzi di comunicazione ci informano degli eventi abbia di colpo reso familiare ciò che un tempo era avvertito come estraneo o scarsamente rilevante per la nostra esistenza.  Come notava ironicamente nel 1999 Anthony Giddens, la maggior parte di noi può scoprire che la faccia di un personaggio politico internazionale gli è più familiare di quella del suo vicino di casa. 


In questo contesto globalizzato, le persone vivono anche il sentimento di un'interdipendenza globale: sono cioè consapevoli che quanto avviene in qualsiasi punto del mondo si tratti di una crisi politica, di una congiuntura economica o di una catastrofe naturale può avere effetti decisivi sul mondo e sulla vita di tutti.  Questa sensazione, se da un lato può favorire la maturazione di una coscienza critica e di un sentimento di responsabilità collettiva, da un altro lato può per converso generare un senso di smarrimento e di impotenza, nella misura in cui l'individuo ha l'impressione che il complesso degli eventi e delle loro relazioni sia al di là della sua capacità di comprensione e controllo.  Anche la ricchezza e rapidità con cui le informazioni ci raggiungono, accresce questa impressione, impedendoci spesso di distinguere, nel caos dei dati cui disponiamo, ciò che è affidabile da ciò che è dubbio, ciò che è fondamentale da ciò di minore importanza, ciò che è definitivo da quanto invece è in fase di evoluzione. 





 Zygmunt Bauman ha coniato l'espressione “vita liquida” in cui l'uomo globalizzato vive pertanto in una situazione psicologica di precarietà e incertezza, in cui l'inadeguatezza di fronte ai continui mutamenti si sposa con I’impossibilita di costruire situazioni stabili, sul piano professionale e su quello degli affetti, nell'appagamento di bisogni materiali e no.

Comments

Popular posts from this blog

LA RICCHEZZA DELLA DIVERSITA' OGGI

  DALLA MULTICULTURALITA' AL MULTICULTURALISMO La necessità di salvaguardare la diversità e di garantirne la libera espressione si traduce oggi, sul piano sia teorico sia operativo, nel multiculturalismo. Con questo termine si indica un progetto di tutela delle diverse culture presenti su un determinato territorio, tramite interventi legislativi e politici che assecondino le richieste da esse avanzate. Le esigenze possono essere molteplici, e, di conseguenza, anche i provvedimenti che intendono rispondervi. Un gruppo socialmente minoritario: - può desiderare assetti giuridici più rispettosi delle proprie specificità culturali, - può invocare la rimozione degli ostacoli che gli impediscono l'effettivo esercizio delle libertà civili, - può sollecitare interventi concreti per superare una situazione di emarginazione sociale / per promuovere un'integrazione altrimenti difficoltosa. A livello politico-legislativo, il primo autentico documento multiculturalista della

LA DISOCCUPAZIONE

  UN CONCETTO COMPLESSO In generale, si può definire la disoccupazione come la condizione degli individui che, pur essendo idonei a svolgere un'attività lavorativa e desiderosi di lavorare, non trovano un'occupazione. Tuttavia, la connotazione negativa che il termine assume in questa definizione è relativamente recente, e non solo nel caso italiano. La stessa evoluzione semantica, infatti, si riscontra anche in altre lingue: in inglese il termine unemployed , che traduciamo con "disoccupato", originariamente designava semplicemente "colui che non lavora", indipendentemente dal fatto che cercasse o meno un'occupazione. Queste oscillazioni di significato sono dovute principalmente a due fattori: primo, il fatto che la disoccupazione come problema sociale è un fenomeno moderno, sconosciuto alle società preindustriali; secondo, il fatto che di tale fenomeno sono state date, come vedremo, interpretazioni molto diverse. Gli economisti distinguono inolt

IL POTERE

CHE COS'è IL POTERE ln generale, con il termine potere si intende la capacità di ottenere degli effetti, di produrre dei cambiamenti o di esercitare un'influenza. Nell'ambito particolare dei rapporti interpersonali e sociali, il potere coincide con la capacità, posseduta da singoli o da gruppi, di modificare il comportamento di altri singoli o di altri gruppi. Da questa definizione possiamo ricavare due aspetti fondamentali del potere: • in primo luogo, si tratta di un concetto che non si riferisce a una cosa, a un'entità, ma che coglie una relazione tra due singoli, tra due gruppi o tra un singolo e un gruppo; • in secondo luogo, quello di potere è un concetto bifronte, perché si può riferire sia a un comando impartito da un uomo (o da un gruppo) a un altro uomo (o gruppo), sia a un semplice "poter fare", "essere in grado di".  Di tale duplice natura ognuno di noi ha senz'altro fatto esperienza fin da quand'era piccolo: lo sviluppo f